PRODUZIONE



La nostra Azienda Agricola è formata da tre corpi fondiari separati di complessivi 5.73.70 ettari che si affacciano sulla splendida Costa degli Etruschi, davanti all'Isola d'Elba. Vista la tipicità dei nostri terreni, prevalentemente sabbiosi, si è deciso di indirizzare la produzione agricola verso la coltivazione dell'arachide, coltura unica nella zona, passando direttamente dal produttore al consumatore in modo da accorciare la filiera fino ai minimi termini. A livello nazionale non è ancora una coltura molto sviluppata e le tecniche sono ancora in fase sperimentale ma i risultati sono buoni riuscendo a produrre fino a 20 quintali per ettaro nelle migliori annate. Poiché la coltivazione delle arachidi è simile a quella della patata, molte attrezzature agricole utili per la produzione di quest'ultima sono state adattate per produrre anche la prima. Le maggiori difficoltà si incontrano nella fase finale del ciclo produttivo quando la pianta, estratta dal terreno e lasciata asciugare in andana per tre o quattro giorni, deve essere trattata per separare il fogliame dal prodotto commestibile. Questo lavoro viene effettuato con una speciale trebbiatrice "a fermo". Per questo motivo la raccolta dell'arachide dal campo viene effettuata ancora a mano.

Un ottimo ed esaustivo servizio andato in onda su TV9, emittente toscana con sede a Grosseto, a cura di Angela d'Errico.

L'arachide e' presente in molte forme diverse sulle nostre tavole, ma i consumi italiani ed  europei sono coperti esclusivamente dall'importazione, in quanto la coltivazione, un tempo  diffusa anche nel nostro Paese, e' stata abbandonata dagli anni 70 per problemi di meccanizzazione. In Italia la coltivazione dell'arachide inizio' nel 1870 nei dintorni di Valenza, ebbe un  modesto sviluppo in seguito alla politica autarchica, ma si diffuse soprattutto nel secondo dopoguerra,  raggiungendo un massimo di 5600 ha nel 1961, in diverse regioni, dal Piemonte alla  Sicilia, con un notevole sviluppo in Veneto ed Emilia. Successivamente la coltivazione ando'  gradualmente declinando, restando confinata solo negli orti familiari (ove la si può ancora trovare)  a causa dell'elevato fabbisogno di manodopera per la raccolta, nel periodo di massima crescita dell'industria  e della relativa occupazione  in Italia. All'inizio degli anni 90 la  coltura di pieno campo era praticamente scomparsa dal territorio nazionale, come pure dagli  altri due Paesi europei che la praticavano, Spagna e Grecia. Il mancato decollo nella meccanizzazione della coltura e' in realta' ingiustificato, dato che le  attrezzature per la raccolta erano disponibili negli USA negli anni 60 e venivano gia' ampiamente  descritte nei testi universitari italiani all'inizio del decennio seguente. Ma se la coltivazione e' scomparsa, il consumo e' aumentato ed ha superato nell'Unione Europea  le 600.000 tonnellate (30.000 in Italia), tutte di importazione, prevalentemente da USA  e Argentina.  A meta' degli anni 90 si ebbe l'idea di riprendere  la coltivazione dell'arachide, acquisendo le tecnologie statunitensi e importando le macchine  necessarie. La coltivazione e' stata effettuata in pieno campo per un decennio, permettendo di affinare  tutte le tecniche colturali, individuando varieta' e modalita' di coltivazione piu' adatte  all'ambiente italiano. Oggi le modalita' di coltivazione sono state completamente messe a  punto e l'arachide può quindi tornare sui nostri campi.